
Un bambino di 11 anni in un collegio sul Lago Maggiore. L’ambiente è ostile, i ragazzi vengono picchiati, costretti a diete surreali ed esperimenti medici. Considerato un caso clinico, per lui l’unica resistenza possibile è rifugiarsi in un mondo fantastico. Il racconto s’intreccia, in un continuo scorrere avanti e indietro nel tempo (alla Tarkovskij), con i ricordi d’infanzia e la giovinezza tra Friuli e Liguria, Venezia, l’amore di un gatto. Fino all’enigmatico finale.
«Invece di giocare a pallone con gli altri bambini, suo figlio disegna foglie. Preferisce un mondo immaginario a quello reale, non gli piace stare con gli altri. Suo figlio sogna ad occhi aperti, ha troppa immaginazione. Abbiamo scoperto che scrive poesie, questo non è normale. Se un bambino di 11 anni invece di giocare a pallone scrive poesie vuol dire che è malato».
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10 euro | pp. 112 | marzo 2020 | Mercanti nel tempio